Amuleti:
Non si osserva una presenza
rilevante di gioielli -amuleto, anche se non si può escludere un loro uso
marcato in passato. A Benetutti è dato di trovare, conservati presso alcune
famiglie, tubuli d' argento sospesi a catenelle e muniti di sonagli apotropaici.
Queste fiale, dette nuscheras, erano destinate a contenere essenze profumate, ma
avevano anche valore di amuleti.
Conclusioni Da questo quadro sommario, benchè siano necessari ulteriori
approfondimenti e verifiche, emerge che in Goceano fra 800 e 900 confluiva una
discreta rete di traffici commerciali che, finalizzati all'approvvigionamento di
tessuti e materiali utilizzati per la mani- fattura dei «costumi», penetravano
in un ambiente conservativo ed in un' economia chiusa.
Già nella prima metà dell'800, come testimonia l' Angius, la tessitura
esercitata nelle case sui telai tradizionali produceva esclusivamente
«pannilani» (orbace) e tele di lino o canapa, dei quali si faceva anche
commercio con l' esterno, ma assolutamente insufficienti quanto a
caratteristiche merceologiche e cromatiche a conferire quel fasto e quella
policromia che, in misura crescente man mano che ci si avvicina agli anni a
cavallo de11900, richiedevano le occasioni cerimoniali, soprattutto per i ceti
abbienti, i quali con l'abbigliamento ribadivano il loro status.
Così, attraverso Sassari, Ozieri, Nuoro e tramite il commercio ambulante
pervenivano in Goceano i costosi velluti di seta, operati o lisci, offerti da
manifatture bolognesi e tedesche, i broccati e gli organzini piemontesi, le sete
di Corno, 10 «scarlatto» della Francia, Germania e dell' Italia Settentrionale,
tessuti ai quali si deve quasi totalmente la policromia ed il fasto dei «costumi
sardi».
Naturalmente la manifattura, il taglio, l'esecuzione dei ricami era eseguita
in loco, spesso da artigiane specializzate per singoli capi, e si attuavano,
così, quelle operazioni che consentivano di trasformare materie prime di larga
diffusione in manufatti peculiari, caratterizzati da uno spiccato ed
inconfondibile gusto locale.
Allo stesso tempo i gioielli, visto che pare non esistessero scuole orafe in
loco, venivano acquistati a Nuoro, a Sassari, a Rosa, a Cagliari,
scegliendoli fra quelli che potevano essere, adattati all' abbigliamento locale,
il che spiega la loro discreta varietà di forme.