TESTIMONIANZE DELL'ETÀ STORICA DAL MEDIOEVO

AI GIORNI NOSTRI

 

 

1. La pittura

 

In un panorama figurativo piuttosto povero si impongono i dipinti della chiesa parrocchiale di Benetutti realizzati dal 'Maestro di Ozieri", pittore assai prestigioso di una serie di opere sparse in vari centri delta provincia di Sassari.

In una recente trattazione su questo artista R. Serra evidenzia giusta-mente che, nonostante l'esatta individuazione del predetto artefice e la delineazione dei suoi caratteri inconfondibili, per molti aspetti egli rimane una figura ancora oggetto di discussione (Serra 1990, pp. 225-245).

In passato la vicenda critica aveva raccolto il corpus delle sue opere fissando termini interpretativi e temporali riveduti alla luce di una rivi­sitazione offerta in occasione di una mostra monografica che, per alcuni aspetti, non ha trovato concordi gli studiosi (D'Aniello 1982, pp. 7-20). A ciò si aggiunga che l'esistenza dì quattro elementi del retablo scom­posto di Bortigali, un tempo ritenuti di un epigono del nostro Maestro, hanno accresciuto le possibilità di ritornare sulla sua formazione cultu­rale riproponendo nuove supposizioni sul periodo in cui svolse la sua attività in Sardegna (La pittura del Cinquecento nel Nord Sardegna, 1992).

Sulla commissione del Retablo di Sant'Elena al "Maestro di Ozieri." non si hanno notizie, la citazione delle originarie tavole appare nelle carte dell'archivio parrocchiale di Benetutti soltanto nel Seicento; ciò non deve trarre in inganno in merito all'esecuzione delle medesime poiché manca qualsiasi documentazione relativa al precedente secolo. Né il Valery né G. Spano poterono ammirarlo integro per cui già nell'Ottocento presentava gli elementi tuttora rimasti (Valery 1837, p. 315; Lamarmora 1868, p. 454, nota 2), comprendenti le immagini di S Elena, della Crocifissione, dell'invenzione della croce e della Prova della vera croce Dipinti questi che R. Serra porrebbe a conclusione di un percorso formativo assai complesso preceduto dal Retablo di Nostra Signora di toreto, dal San Sebastiano e dalla Crocifissione di Sassari e, si aggiunga, di quanto resta del Retablo della Madonna degli Angeli di Bortigali.

Nelle scene di Benetutti si compendiano la chiave di lettura della sua formazione artistica e i rimandi ai grandi pittori dai quali trasse ispirazione rielaborandone la scrittura artistica. L'impronta manierista, è stato osservato, fu mediata da apporti iberici, senza tralasciare il con­tributo notevole desunto da Raffaello e dalla pittura d'Oltralpe. In

realtà le sue figure sembrano plasmate talvolta sul plasticismo raffaellesco, costruito con larghezza di modellato, il quale, nel caso del "Maestro di Ozieri", si riverbera nella figura di S. Elena e nella modula­zione del ritmo di porre i gruppi nello spazio. Un vago suggerimento si percepisce anche nelle fanciulle poste alle spalle della santa, tra le quali quella che Sfiora con la mano la spalla della damina vestita in aranciato e l'altra, che volge lo sguardo lontano dal gruppo. Esse adombrano una se pur lontana corrispondenza d'ispirazione con le pie donne della Deposizione dalla croce di Raffaello (Firenze, Galleria dell 'Accademia). La fanciulla colta poi di profilo rammenta, nell'intreccio delle ciocche dei capelli biondi, Sapho dell'affresco del Parnaso nella stanza della Segnatura in Vaticano. I gruppi di figure maschili potrebbero trovare alcune coincidenze con quelle strutturate per i cartoni degli arazzi vaticani dell'Urbinate; si pensi, ad esempio, al Sacrificio di Listra.

Ammirevole è sempre stata ritenuta l'immagine della Crocifissione che riesce a competere in drammaticità con le analoghe scene di Grùnenvald, riproponendo anche l'atmosfera notturna ove il "sole" tra-monta nella Passione e il manto rosso di Giovanni evangelista andrebbe interpretato come un alone sanguigno nell'eclisse solare.

Nell'organizzazione dell'interno, predisposto per 5. Elena, riaffiora­no architetture di tipo rinascimentale che presentano echi delle stereometrie di certe ambientazioni rintracciabili in Holbein il Giovane, con immersioni nella costruzione di moduli d'impronta italiana.