Il Goceano è una regione ubicata nel centro della Sardegna settentrionale orlata dalla Catena omonima e circondata a sud-est dal Marghine e, procedendo in senso orario, dal Logudoro, le ultime propaggini del Monte Acuto, gli altopiani di Alà, Buddusò e Bitti e dal Nuorese. Il suo territorio, esteso per 481 kmq, comprende i comuni di Illorai, Burgos, Esporlatu, Bottidda, Bono, Anela, Bultei, Benetutti e Nule.
L'area del Goceano, che amministrativamente ricade interamente nella provincia di Sassari, è rappresentata nelle tavolette IGM 1:25.000 480 I Mores, 480 II Foresta di Burgos, 481 I Buddusò, 481 II Benetutti, 481 III Bono, 481 IV Ozieri, 498 I Bolotana, 499 I Nuoro Ovest, 499 IV Orotelli.
Il fiume principale del Goceano è il Tirso che l'attraversa da nord-est a sud-ovest, mentre il Rio Mannu di Benetutti, al quale si unisce il Rio Minore, rappresenta l'affluente più importante.
La catena del Goceano è caratterizzata da un allineamento di punte di cui la più elevata è Sa Punta Manna del Monte Rasu, che con i suoi 1259 m, rappresenta una delle più alte vette della Sardegna dopo il massiccio del Gennargentu e del Limbara. Altre cime, superiori ai 1000 m sono Punta Masiennera (1156 m) e Monte Fraidorzu (indicato sulla carta IGM come M. Paidorzu) che raggiunge i 1002 m. Anche il valico di Buccaidu, che assieme al valico di Ispedrumele, rappresenta uno dei due naturali attraversamenti della catena, raggiunge i 1042 m di altitudine.
Il Goceano è stato oggetto di numerose proposte di istituzione di parchi naturali o di riserve naturali per la presenza di estese superfici boscate e di endemismi sardo-corsi assai rari, ritenuti notevolmente interessanti dal punto di vista naturalistico, insieme ad interessanti entità poco diffuse. La maggior parte di queste superfici, oasi di protezione floro-faunistica, sono di proprietà dell'Azienda delle Foreste Demaniali.
Il Goceano risulta interessante anche dal punto di vista storico-archeologico; in esso sono stati infatti individuati ben 340 siti archeologici dei quali 80 attribuibili ad età prenuragica, 213 alla civiltà nuragica, 4 alla civiltà fenicio-punica e 44 alla civiltà romanica.
La creazione di itinerari turistici per l'escursionismo ambientale e culturale può rappresentare, sicuramente, il modo più idoneo per la valorizzazione dei beni archeologici, monumentali e naturalistici di cui il territorio del Goceano risulta ricco.

LE RISORSE FLORISTICHE DEL GOCEANO
Il Goceano è una delle aree della Sardegna che vantano una grande varietà ed originalità di ambienti naturali. Dalle zone campestri alle zone montuose, a seconda delle condizioni climatiche e del substrato pedologico, si possono rilevare diverse associazioni vegetali che sono state popolate da specie animali diverse.
Dal punto di vista strettamente botanico, il numero delle specie vegetali presenti nel Goceano è rilevante per le differenti tipologie ambientali che in esso si possono riscontrare e che vanno dalla macchia mediterranea, ai pascoli, alle foreste, ai boschi, ai rimboschimenti e ai fiumi.
Attualmente le coperture boschive sono limitate in prevalenza al versante nord-orientale della catena del Goceano mentre, nel versante esposto verso la valle del Tirso, si hanno superfici più limitate ubicate soprattutto tra Bono e Anela. Le formazioni boschive, occupate prevalentemente da Quercus ilex L. (leccio), Quercus pubescens W. (roverella) e Quercus suber L. (sughera), sono presenti in tutto il territorio. Formazioni forestali miste a Quercus pubescens W., Acer monspessulanum (acero minore), Taxus baccata (tasso) e Ilex aquifolium (agrifoglio) sono diffuse prevalentemente sui rilievi della catena. L'Olea europea L. var. sylvestris (olivastro ) è presente soprattutto nel settore nord-orientale della piana del Goceano. Il paesaggio vegetale ha, comunque, risentito fortemente dell'azione antropica.
L'importanza naturalistica del territorio è ampiamente dimostrata dalla presenza di aree considerate di "rilevante interesse naturalistico" (aree RIN) per il futuro parco del Marghine-Goceano. Tra queste si ricordano:
- il bosco misto di leccio e roverella di Sa Cariasa (Illorai) tra i meglio conservati nel Goceano. L' importanza scientifica di questa area è eccezionale, non soltanto perché è l'unica che non ha risentito dell'intervento antropico (è infatti un bosco a fustaia) ma anche per la presenza di roverelle di dimensioni inusitate. In quest'area si trova infatti l'albero di roverella più grande finora censito;
- la foresta di Taxus baccata in località Sos Nibberos (Bono) alle pendici nord-ovest del M. Rasu unica nel suo genere e di spettacolare bellezza. Essa rappresenta la foresta di tassi più grande d'Italia e battezzata monumento naturale per la presenza di individui millenari che raggiungono i 15-16 m di altezza e un diametro superiore al metro. Da segnalare nella zona anche agrifogli con portamento arboreo e l'endemismo di Rubus arrigonii una varietà di rovo unica al mondo;
- le garighe delle aree cacuminali del M. Rasu;
- i boschi misti di roverella e agrifoglio del Monte di Anela;
- le formazioni igrofile di Ena 'e Lottori nel Monte di Bultei;
- la stazione di Populus tremula (pioppo tremolo) di Fiorentini;
- i boschi di leccio e agrifoglio di Monte Paidorzu (Bultei);
- la parcella sperimentale di Pinus laricio Poiter (pino laricio) in località Su Tassu (Bultei);
- le specie arboree importate dai paesi lontani (cedro dell'Atlante, sequoie, ecc.) presenti nei pressi delle caserme dell'Azienda forestale;
- la vegetazione riparia del fiume Tirso in cui vegetano salici, ontani, biancospini, sambuco, rosa selvatica, felci, tamericio, ecc.;
- gli esemplari plurisecolari di Quercus suber a Pedras Rujas (Bottidda) e in località Bodoi (Nule) e di Olea europea in località Ballariu (Nule);
- ecc.
Tra la vegetazione floreale segnaliamo in Goceano le spettacolari fioriture di Crocus minimus (zafferano minore), di Spartium juniceum (ginestra odorosa), di Cytisus villosa (citiso trifloro), di Paeonia mascula (peonia), di Ranunculus aquatilis (ranuncolo acquatico), di Sedum caeruleum (borraccina azzurra), di Digitalis purpurea (digitale rossa), di Urginea marittima (scilla marittima), di Ornithogallum biflorum (latte di gallina), di Narcissus tazzeta (narciso nostrale) e di una numerosa varietà di orchidaceae.
Per apprezzare il paesaggio vegetale nella sua completezza si suggerisce di visitare il territorio nei diversi periodi dell'anno al fine di poter osservare le differenti fioriture e tonalità cromatiche che rendono gli itinerari di suggestiva bellezza.

LE RISORSE FAUNISTICHE DEL GOCEANO
In Goceano sopravvivono ancora il cinghiale (porcrabu), il riccio (erittu) e la volpe (groddhe) - presenti sia nei terreni incolti che nel sottobosco - la martora (assìle) che si nasconde nelle cavità di grandi alberi e trova nel bosco adeguate condizioni di vita, una ricca avifauna e, dove il bosco si dirada, le lepri (lèppere) e i conigli (connìllu).
L'avifauna propone un elevato numero di piccoli uccelli che vanno dal picchio rosso, alla ghiandaia, l'inconfondibile upupa (pupusa), il verdone (iscraròlu), la quaglia (quàglia), il passero sardo (solitariu), l'elegante pettirosso (pettorriruju), il piccolo fringuello (alipìnta). Fra i piccoli volatili che popolano il Goceano ricordiamo ancora lo scricciolo (pisinagùlu), il coloratissimo cardellino (cardellìnu), la nottambula civetta (cuccu) e i colombacci (colùmbu).
Nel sottobosco trovano sostentamento le pernici (perdìghe) e le beccacce (biccàttza) e, nei terreni aridi e sassosi, la magnanina (muschìtta) e l'allodola (trappalìtta).
Lungo il Tirso sono comuni la gallinella d'acqua (puddha 'e abba) e il germano reale; ad essi si accompagna l'elegante airone cinerino e il coloratissimo gruccione.
Sulle acque del fiume Tirso e dei suoi affluenti (Rio Mannu e Rio Minore) si possono trovare diverse specie ittiche d'acqua dolce: l'anguilla (ambìdda), la carpa selvatica (carpa), la tinca (tinca), il persico (persicu), persico trota (Micropterus salmoides)e la trota salmonata: questi ultimi introdotti di recente dal Corpo Forestale per contrastare l'aumento vertiginoso delle carpe e per il ripopolamento ittico del fiume Tirso e dei suoi affluenti.
Gli itinerari per l'escursionismo ambientale sono stati tracciati tenendo conto delle località nelle quali è maggiormente possibile, con un po' di fortuna, incontrare le specie sopraccitate.

LE RISORSE STORICO CULTURALI DEL GOCEANO
L'area del Goceano si presenta particolarmente ricca di beni culturali, in particolare beni archeologici, architettonici e storici.
Dal punto di vista archeologico ricordiamo che, già agli inizi degli anni novanta, nell'ambito delle ricerche effettuate dall'Università degli Studi di Sassari, furono individuati nel Goceano ben 336 siti archeologici di età prenuragica (domus de janas, menhir, dolmen e ripari sotto roccia), nuragica (nuraghi, tombe di giganti, pozzi o fonti) e romana.
L'analisi del territorio ha consentito di evidenziare che le emergenze archeologiche prenuragiche sono per lo più localizzate a sud del fiume Tirso, prevalentemente nei territori di Benetutti e Nule. In particolare, nel territorio di Benetutti sono numerose le domus de janas (Molimentos, Montrigu 'e Lolloe, Sa Mandra 'e Giosso, Su Anzu 'e Sos Beccos, Luzzanas, Montrigu 'e Sa Contonera) mentre in quello di Nule si possono visitare i dolmen (Mialibengo e Santu Lesei) meglio conservati nel Goceano e il menhir di Istelai. Fanno eccezione le necropoli di maggiori dimensioni che risultano localizzate ai margini del territorio del Goceano con Molia a SO (Illorai), S'Unighedda a NO (Burgos) e Sos Furrighesos a NO (Anela).
Le emergenze archeologiche risalenti al periodo nuragico sono per lo più localizzate nella fascia NO del territorio dove troviamo i nuraghi meglio conservati nel Goceano. In particolare spiccano il monotorre di Erismanzanu (Esporlatu), il nuraghe a corridoi di Siccadores (Anela), la reggia nuragica Sa Costa (Burgos), i nuraghi complessi di Sas Doppias (Bono) e S'Unighedda (Burgos), Tilariga (Bultei). Nella fascia Est del territorio ricordiamo i nuraghi complessi di S'Aspru (Benetutti) e Voes (Nule).
Risalenti al periodo romano segnaliamo la vasca circolare (calidarium) localizzata nell'area termale di S. Saturnino.
Sotto l'aspetto architettonico le testimonianze più rilevanti risalgono al periodo medioevale testimoniato dalle chiese romaniche di S. Saturnino (Bultei), S. Maria (Anela) e S. Gavino di Lorzia (Bono), da Pont'Ezzu (Illorai) e dal Castello di Burgos.
Gli itinerari per l'escursionismo culturale sono stati tracciati interamente al di fuori dei centri abitati che, comunque, non devono essere trascurati per le innumerevoli testimonianze storico-architettoniche che essi, ancora, conservano.