Magistrato e politico italiano (Bono 1751-Parigi 1808). Brillante avvocato ed eminente figura del       mondo politico sardo, dal 1794 al 1795 capeggiò la corrente democratica antifeudale del movimento patriottico isolano in rivolta contro i Francesi e il dominio piemontese. Nel 1796, in una situazione estremamente confusa, mentre il conflitto tra feudatari e democratici era molto aspro, il viceré Vivalda chiamava a Sassari Angioj, con il titolo di vicario, forse per allontanarlo dal vivo della contesa. Confidando sulla prosecuzione della guerra tra Francia e Sardegna, che gli consentì di organizzare e dirigere un moto giacobino, Angioj marciò su Cagliari, ma l'impresa fallì: l'annuncio della pace lo colse esitante a Oristano ed egli, rifugiatosi a Parigi, chiese invano ai Francesi di sbarcare in Sardegna.

Zuanne Maria Angioy (Bono 1751 – Parigi 1808) è uno dei Padri della Nazione Sarda. Durante la “Rivoluzione Sarda” del 1793-96 guidò la lotta contro gli italo-piemontesi e l’oppressione feudale. Anche dopo la sconfitta e l’esilio, prima in Italia e poi in Francia, continuò a progettare e coltivare il desiderio di rendere la Sardegna una Repubblica Indipendente.

 

Zuànne Marìa Angiòy (Bono 1751 – Parizi 1808) est unu de sos Babbos Mannos de sa Natziòne Sarda. A ghiàdu sa “Revolutziòne Sarda” (1793-96) contra sos ìtalo-piemontésos e contra s’opressiòne feudàle. Peri apùstis sa derròta e su distèrru, in Itàglia et in Fràntza, a sighìdu a progetài e pesàre su disìtzu de fàgher de sa Sardigna una Repùbrica Indipendénte.

 

Dagli Asburgo ai Savoia.

Dopo l'occupazione anglo-olandese del 1708, in seguito ai trattati di Utrecht nel 1713 e di Rastadt nel 1714, la Sardegna passa all’Austria. Questa non è però interessata ad insediarsi nell'isola e già nel 1718 con il trattato di Londra cede il Regnum sardinae a Vittorio Amedeo II di Savoia, ma pur passando sotto la dinastia dei Savoia la Sardegna rimane un regno autonomo, con tutte le sue istituzioni e i suoi privilegi. Verso il 1765 i Savoia riaprono le università di Cagliari e Sassari, che erano state chiuse dagli spagnoli prima dell'abbandono dell'isola. Architetti piemontesi realizzano il Palazzo Ducale di Sassari e l'Università di Cagliari, tra i principali scultori del '700 ricordiamo Giovanni Lonis e Andrea Galassi, allievo del Canova. A fine '800 risalgono il Palazzo della Provincia di Sassari ed il Palazzo Comunale di Cagliari.

Per la popolazione locale anche quella dei Savoia è però un'occupazione straniera, e l'unica possibilità di opposizione è quella usata fino dal tempo dei nuragici e durante tutte le occupazioni successive: il ritiro all'interno, soprattutto sulle montagne della Barbagia, dalle quali effettuare incursioni nelle zone occupate. E' l'origine di quel fenomeno che verrà chiamato il banditismo sardo, favorito dall'appoggio della popolazione che vive in forte disagio la dominazione straniera sia nelle campagne che nelle città. Lo testimoniano continue ribellioni e sommosse che continuano a sconvolgere la Sardegna e si accentuano soprattutto con i grandi moti antifeudali e antipiemontesi del 1783.

Dopo questa rivolta, il giudice della reale udienza Giovanni Maria Angioj (1761-1808) diviene l'anima del Governo Autonomo Sardo nel 1794-95. Inviato successivamente dal viceré Vivalda come suo vicario a Sassari, invece di rappresentare gli interessi piemontesi vi fomenta e dirige la grande sollevazione popolare del 1796, un moto giacobino e antifeudale che lo vede marciare su Cagliari. Viene però sconfitto a Oristano e deve abbandonare l'isola rifugiandosi l'anno successivo a Parigi, dove morirà esule nel 1808.