1 percorso Bono - goceano

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Itinerario 6

1° percorso


Itinerario: Sa Puntighedda - Tenuta M. Rasu - Sos Nibberos - Sa Punta Manna - Nuraghe Sas Doppias


Si parte dall'area di sosta Sa Puntighedda di Monte Pisanu (M9) attrezzata per il pranzo all'aria aperta (fontane, banconi in legno, barbecue) e dove è anche possibile campeggiare (previa autorizzazione), oppure alloggiare nell'ostello adiacente (R4) . A fianco del cancello d'ingresso all'area è presente la fontana di M. Pisanu (N10) , nota per la freschissima e purissima acqua che vi sgorga.
Poco distante sulla destra si può raggiungere la Caserma delle Guardie Forestali di M. Pisanu (quota 861) circondata dal vivaio forestale (E34) e dove sono state impiantate diverse specie arboree quali la roverella, il cedro dell'Atlante, il castagno, il pino silvestre, la thuia gigante ecc. Tra esse emerge un notevole esemplare di abete bianco (Abies alba Mill.). La zona boschiva si estende anche nella vicina area di sosta Sa Puntighedda (E19) .
Di fronte al bivio per la Caserma, in corrispondenza del cartello dell'Azienda Foreste Demaniali che indica "Funtana 'e Code" (km 0), si oltrepassa un cancello verde e ci si immette in una sterrata che attraversa un fitto bosco di roverella, cedri e castagni. Dopo 400 metri si segnala sulla destra la sorgente (N15) e l'area di sosta Funtana 'e Code (M13) attrezzata per il pranzo all'aria aperta con banconi in legno disposti in una vasta area immersa in un bosco di castagno (E24) .
Procedendo per altri 200 metri, si sosta brevemente in corrispondenza di un cancello verde in legno in località Su Castannarzu (D14) e si ammira l'intera vallata ad ovest del M. Rasu. Qui la vegetazione arborea si dirada per lasciar spazio a quella arbustiva (erica, ruta, cisto, ecc.). Si prosegue in salita per incontrare dopo 600 metri una prima diramazione da seguire a sinistra e dopo altri 300 metri una seconda diramazione da imboccare sempre a sinistra per giungere, dopo un centinaio di metri, sotto l'area di sosta (M14) sita in località Pala Sa Cuana. Da qui si svolta a destra per raggiungere la tenuta di Monte Rasu (km 0). Percorrendo la sterrata, lungo la quale si segnala una fontana, incontriamo una diramazione da imboccare a sinistra e dopo 200 metri un cancello verde a destra da tralascire per immettersi a sinistra su una ripida discesa da percorrere per km 1,4 fino a raggiungere la tenuta Giannasi di Monte Rasu (F8) dove è sito l'ex convento francescano ed una chiesetta (G7) in cui il 2 agosto vengono tenuti i festeggiamenti in onore del Santo.
Nella tenuta di M. Rasu, a quota 940 metri s.l.m., è presente un esemplare di castagno (Castanea sativa) che raggiunge 11 metri di altezza e 13 metri di circonferenza (E20) . Questo esemplare, purtroppo in condizioni di forte declino biologico, oltre a destare notevole interesse scientifico ne ha anche dal punto di vista storico in quanto il suo impianto potrebbe essere messo in relazione con l'insediamento di una comunità francescana avvenuto nel 1233 e che protrasse la sua attività fino al 1799.
Ritornati indietro in corrispondenza dell'area di sosta Pala sa Cuana svoltiamo a destra sulla sterrata in salita lungo la quale segnaliamo dopo 500 metri una fontana a destra e dopo 200 metri un cancello in legno da oltrepassare per giungere, dopo un centinaio di metri, in località Ucca 'e Grile in corrispondenza di un cartello direzionale che segnala la località Sos Nibberos. Proseguendo a destra sulla ripida salita fraggiungiamo dopo 700 metri la bellissima foresta di tassi (Taxus baccata) di Sos Nibberos (E21) che per estensione (5,5 ettari) risulta, relativamente alla specie citata, la più grande d'Italia. Qui i tassi sono centinaia, maestosi e plurisecolari. La foresta, accompagnata da alcuni agrifogli , si estende a monte ed a valle della sterrata sotto la quale si trova una sorgente di acqua freschissima (N11) . Il fittissimo bosco che non lascia quasi spazio ad altre specie vegetali, ospita qualche ciclamino e una varietà di rovo unica al mondo, il Rubus arrigonii (E35) .
Seguendo la sterrata si risale il colle a sinistra - percorrendo il fianco del M. Rasu all'interno di una bellissima foresta composta da roverelle, lecci, agrifogli ed alcuni esemplari di acero minore - e dopo alcune centinaia di metri si raggiunge un punto panoramico (D12) . Scendendo attraverso i boschi (E22) si incontra a destra la fontana S'Abba Fritta (N12) e ancora più avanti un ovile e dopo altri 300 metri una sorgente (N13) e l'area di sosta Seddardesilo (M11) (indicata sulla carta come Pilardesu) attrezzata per il pranzo all'aria aperta.
Poco più avanti si diparte una diramazione da seguire a destra su una ripida salita (km 0) - percorrendo la quale sarà possibile osservare una interessante fitocenosi di Thymus herba-barona, Helichrysum italicum, Cistus salvifolium, Crocus minimus, ecc. - per giungere dopo km1,4 a Sa Punta Manna (E23) , la vetta più alta della catena del Goceano (1259 metri s.l.m.). Sulla cimasono state installate la stazione del SAR e alcuni ripetitori,in un ambiente circondato da roverella, agrifoglio e qualche acero minore.
Dalla vetta del M. Rasu si può ammirare uno dei panorami più belli dell'isola (D13) , la media e l'alta valle del Tirso, l'altopiano di Campeda, il Monte Santo di Siligo, le grandi foreste di leccio e sughera della catena, e la piana di S. Saturnino solcata dal fiume Tirso.
Ritornando indietro, sempre sulla destra, segnaliamo l'area di sosta di Iscurtis (M12) e la fontana omonima (N14) , distanti poche centinaia di metri dalla sterrata. Continuando a scendere lungo la sterrata principale si raggiunge, dopo circa 500 metri, la SP 6 in corrispondenza del passo di Buccaidu (quota 1042), famoso per il vento impetuoso.
Svoltiamo a sinistra sulla strada asfaltata e la percorriamo per km 3,5 sino a raggiungere l'area di sosta Mercorai (M10) . Oltrepassando il cancello verde adiacente all'area e proseguendo sulla sterrata attraverso un bosco di lecci si giunge dopo circa km 1 al nuraghe Sas Doppias (A30), un impianto complesso trilobato, ben conservato nelle strutture realizzate in scisto.
Proseguendo sulla SP 6 si ritorna dopo km1,2 all'area di sosta di Sa Puntighedda, punto di partenza del nostro itinerario.

IL PERCORSO NEI SUOI PARTICOLARI

Dalla località Sa Puntighedda, immediatamente sulla SP 6 , si oltrepassa un cancello verde su una sterrata fiancheggiata da un fitto bosco di roverella, cedri e castagni, e dove incontriamo l'area di sosta Funtana 'e Code, attrezzata con fontane e banconi in legno, in mezzo ad un bosco di castagni.
Attraversando la località Su Castannarzu, ricca di vegetazione arbustiva (erica, ruta, cisto, ecc.), si può ammirare l'intera vallata ad ovest del Monte Rasu e arrivare in corrispondenza dell'area di sosta Pala Sa Cuana. Proseguendo incontriamo Sa Funtana 'e su Preideru ad anticipare la religiosità del luogo che dobbiamo raggiungere - l'ex convento francescano sito al centro della tenuta Giannasi di Monte Rasu - in territorio di Bottida.
Il convento di Monte Rasu fu edificato a quota 935 metri s.l.m. e viene considerato da alcuni storici il primo insediamento dell'ordine francescano in Sardegna. Forse fu fondato intorno al 1220 dal Beato Giovanni Parenti, discepolo di San Francesco d'Assisi, che guidò l'Ordine Francescano per dieci anni dopo la morte del suo fondatore. L'ipotesi appena citata si basa semplicemente sulla considerazione che le spoglie del Beato Parenti si troverebbero sepolte nella chiesetta del convento, così come risulta da un Codice cartaceo del 1384 conservato nella Biblioteca Bodleiana di Oxford, e questo sia una prova che egli sia stato il fondatore di tale convento. Il convento conserva dal punto di vista architettonico soltanto alcune strutture originarie, come le piccole celle dei frati o il particolare lavatoio in pietra. Nella seconda metà del secolo scorso alcuni ambienti sono stati adattati ad abitazione.Nel 1927 anche la chiesa ha subito dei pesanti interventi di restauro che ne hanno trasformato la struttura originaria. L'intero complesso fu acquistato nel 1898 dal famoso Pellegrino Giannasi, considerato il patriarca di Monte Rasu, che insieme alla sua numerosa famiglia rimise in piedi il convento che rischiava ormai il crollo dopo secoli di abbandono. In esso la comunità francescana vi rimase sino al 1769. Grazie al suo personale impegno e a quello dei suoi figli il complesso è stato restaurato e ogni anno, il 2 agosto e il 4 ottobre, si svolge la festa in onore del Santo che richiama sul posto centinaia di pellegrini.
Nel sito - interessante anche dal punto di vista paesaggistico - possiamo ammirare un esemplare plurisecolare di castagno (Castanea sativa Miller) che alcuni ipotizzano sia stato messo a dimora dai primi francescani insediatisi. Questo esemplare, di notevole interesse storico e scientifico, è alto circa 11 metri e ha un fusto, purtroppo oggi completamente cavo e aperto, della circonferenza (misurata ad un'altezza di 1,20 metri) di 13 metri.
Ritornati indietro sino a Pala Sa Cuana si prosegue per Ucca 'e Grile (quota 1025) - che segna il confine tra il territorio di Bono e quello di Bottida - per raggiungere la ben segnalata località Sos Nibberos.
L'area posta alle pendici nord - ovest del Monte Rasu (5,5 ettari), ospita la formazione di tassi più estesa d'Italia. Il nome della località deriva dal corrispondente appellativo locale goceanino - niberu - con il quale viene chiamato il tasso, noto anche come "albero della morte" per via della tassina, un alcaloide velenoso, contenuta nelle foglie. Qui vegetano centinaia di esemplari plurisecolari di tasso (Taxus baccata) - probabilmente anche alcuni patriarchi millenari, che hanno superato i 10 metri di altezza e una circonferenza del tronco di circa 2 metri - insieme agli agrifogli (Ilex aquifolium) tutti in ottima salute.Questo singolare popolamento è stato rilevato soltanto nel 1966 dal prof. Luigi Desole che lo fece così conoscere contribuendo alla sua valorizzazione e protezione. Oggi Sos Nibberos sono tutelati e riconosciuti come Monumento Naturale (precisamente nell'allegato A alla Legge Regionale 31/1989) oltre ad essere area di notevole interesse naturalistico per il futuro Parco del Marghine - Goceano (area R.I.N. n° 9).
Ai bordi della foresta vegeta una varietà di rovo unica al mondo, il Rubus Arrigonii, endemismo puntiforme classificato pochi anni fa dal botanico Camarda.
L'itinerario prosegue sino alla vetta più alta della catena del Marghine-Goceano - Sa Punta Manna (quota 1258) - raggiungibile, attraversando un bosco misto di roverella, leccio, agrifoglio e acero minore e dopo aver percorso l'ultimo tratto su una ripida salita lungo la quale possiamo ammirare una interessante fitocenosi con elicriso ( Helichrysum italicum), timo erba-barona (Thymus herba-barona), scornabecco (Cistus salvifolius), e zafferano minore (Crocus minimus).
Lungo il percorso si segnala un interessante punto panoramico - dal quale si riconosce il profilo del Monte Santo di Siligo in lontananza e della vicina Punta Masiennera di Anela - la fontana di S'Abba Fritta e un area di sosta attrezzata.
Sa Punta Manna - riconoscibile anche perché vi è stata installata la stazione del SAR - è un notevole punto panoramico da dove è possibile osservare il Logudoro, il Meilogu, il Marghine, la Barbagia e lo stesso Goceano. La vegetazione delle aree culminali del Monte Rasu è caratterizzata dalle garighe a ginestra spinosa e si presenta interessante sia in relazione alla ricca componente endemica di questa formazione, sia in rapporto al dinamismo della vegetazione. Pertanto l'area è stata considerata di rilevante interesse naturalistico per il futuro Parco del Marghine-Goceano (area R.I.N. n° 10).
Dopo una sosta nell'area di Iscurtis raggiungiamo il passo di Buccaidu e svoltiamo a sinistra sulla SP 6 lungo la quale segnaliamo, dopo circa km 3,5, l'area di sosta Mercorai, non lontano dalla quale possiamo raggiungere il nuraghe Sas Doppias, ben conservato nelle strutture realizzate in scisto. Dell'impianto complesso trilobato il mastio è quello più leggibile. Dall'ingresso su corridoio, con scala a sinistra e garitta a destra, entriamo nella camera centrale di forma circolare, ottimamente conservata, con tre nicchie a croce e la chiusura a tholos alla quale manca soltanto il giro finale di pietre.
L'itinerario si conclude, proseguendo sulla SP 6 per circa km1,2 , in corrispondenza dell'area di sosta Sa Puntighedda.
 
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